2007 - Congresso del Meic

Si è tenuto a Camaldoli dall’1 al  3 giugno 2007 il IX congresso del Movimento ecclesiale di impegno culturale (MEIC), sul tema “Oltre il Codice di Camaldoli – Lavoro,ambiente , cittadinanza: sfide per la città futura.” Aprendo i lavori il presidente nazionale Renato Balduzzi, docente di Diritto costituzionale nell'Università del Piemonte Orientale, ha affermato che  "Antipolitica" e distacco verso i partiti hanno caratterizzato questi ultimi mesi. Per gli intellettuali cattolici del Meic servono oggi  "progetti culturalmente forti, frutto non di solo studio accademico ma testati sul territorio e validati dalle esperienze" sui temi del lavoro, dello sviluppo sostenibile, della cittadinanza. La politica – ha spiegato il prof. Balduzzi – "dovrebbe riuscire a far convivere nella pratica diverse concezioni di fini etico-sociali". Invece "appare volta a volta distante, costosa, inconcludente”.  Il congresso è la prima tappa di un percorso che deve arrivare al 2008 in cui il MEIC è impegnato a discutere e rivedere il "Codice di Camaldoli", il documento pubblicato nel 1945 che segna l'avvio della presenza politica del laicato cattolico italiano ed il suo contributo alla nascente democrazia dopo la guerra. "Allora si doveva riordinare il mondo economico partendo dalla dignità del lavoratore all'interno dello sviluppo capitalistico", ha spiegato aprendo i lavori il presidente del Congresso Francesco Paolo Casavola, presidente emerito della Corte costituzionale,  oggi l'economia si è dematerializzata nella finanza e "non c'è più il lavoro, ma i lavori". La sfida di oggi è ritrovare senso, identità e significato nel lavoro, come hanno sottolineato nei loro interventi   Daniela Mazzuconi e  Savino Pezzotta: "Dobbiamo riportare il tema del lavoro nel dibattito pubblico, attraverso la riformulazione di un senso del lavoro, che oggi è ridotto a un tema strutturale ed economico". "Cattivi maestri – ha detto Pezzotta – sono coloro che parlano di fine del lavoro". 
Vincere la paura del futuro per affrontare le sfide del lavoro, cambiare gli  stili di vita per invertire la spinta dell'inquinamento, ascoltare e  testimoniare per venire incontro alle richieste del mondo dell'immigrazione che chiede cittadinanza, sono alcune delle richieste emerse dal Congresso.  Nell'ultima giornata era presente il sottosegretario agli interni Alessandro  Pajno, che ha sottolineato l'impegno del governo per affrontare in termini   nuovi e positivi l'emergenza dell'immigrazione. Uno sforzo che "é importante   ma non basta", perché - secondo il presidente   Balduzzi- "oggi sta venendo meno la solidarietà , non più sentita come un   dovere civico, anche tra italiani"."Occorre  pensare soprattutto alle generazioni future e non soltanto agli elettori di  oggi" - ha sottolineato Balduzzi.
 Il Congresso è terminato con un appello a "lavorare per il futuro". Gli intellettuali cattolici chiedono alla politica, quindi, uno sguardo meno miope, capace di guardare alle giovani coppie che vogliono fare famiglia, alle iniziative che producono dialogo e integrazione tra persone di cultura, religione e provenienza geografica diverse. Il  "tesoretto", se c'é, dovrebbe guardare in queste direzioni.
Sono arrivati al Congresso Meic i messaggi augurali della Santa Sede e della Conferenza Episcopale, del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio dei Ministri. Un messaggio del Segretario di Stato Tarcisio Bertone ha sottolineato come responsabilità del Meic sia  individuare "itinerari concreti e mediazioni possibili", mentre  la Conferenza Episcopale ha auspicato che i lavori del Congresso vadano nella direzione del "bene comune dell'Italia". Il congresso ha visto la partecipazione di oltre 200 tra studiosi, docenti universitari, quadri e dirigenti del MEIC.

Guglielmo Scoglio